Diverse fonti di informazione suggeriscono che gli esseri umani si sono evoluti seguendo una dieta con un rapporto tra acidi grassi essenziali omega-6 e omega-3 (EFA) di circa 1, mentre nelle diete occidentali il rapporto è 15/1-16,7/1. Le diete occidentali sono carenti di acidi grassi omega-3 e contengono quantità eccessive di acidi grassi omega-6 rispetto alla dieta sulla quale si sono evoluti gli esseri umani e sono stati stabiliti i loro modelli genetici.
Quantità eccessive di acidi grassi polinsaturi omega-6 (PUFA) e un rapporto molto elevato omega-6/omega-3, come si trova nelle odierne diete occidentali, promuovono la patogenesi di molte malattie, tra cui malattie cardiovascolari, cancro e malattie infiammatorie e autoimmuni. malattie, mentre livelli aumentati di PUFA omega-3 (un basso rapporto omega-6/omega-3) esercitano effetti soppressivi.
Nella prevenzione secondaria delle malattie cardiovascolari, un rapporto di 4/1 era associato ad una diminuzione del 70% della mortalità totale. Un rapporto di 2,5/1 ha ridotto la proliferazione delle cellule rettali nei pazienti con cancro del colon-retto, mentre un rapporto di 4/1 con la stessa quantità di PUFA omega-3 non ha avuto alcun effetto. Il rapporto omega-6/omega-3 più basso nelle donne con cancro al seno era associato a una diminuzione del rischio.
Un rapporto di 2-3/1 ha soppresso l’infiammazione nei pazienti con artrite reumatoide e un rapporto di 5/1 ha avuto un effetto benefico sui pazienti con asma, mentre un rapporto di 10/1 ha avuto conseguenze avverse. Questi studi indicano che il rapporto ottimale può variare a seconda della malattia in esame. Ciò è coerente con il fatto che le malattie croniche sono multigeniche e multifattoriali.
Pertanto, è del tutto possibile che la dose terapeutica degli acidi grassi omega-3 dipenda dal grado di gravità della malattia derivante dalla predisposizione genetica. Un rapporto più basso di acidi grassi omega-6/omega-3 è più auspicabile per ridurre il rischio di molte delle malattie croniche ad alta prevalenza nelle società occidentali, così come nei paesi in via di sviluppo, che vengono esportate nel resto del mondo. mondo.
Tratto da Biomedicine & Pharmacotherapy Volume 56, Issue 8, October 2002, Pages 365-379